Autoformazione ed E-Learning. La dura realtà!

di | 23 Novembre 2014

Autoformazione ed e-learning. La dura realtà!
Pregi e difetti, vantaggi e limiti.

Autoformaizone, studente che si annoiaNel lontano 2001 partecipai ad una edizione di Smau a Milano, che posso definire secondo la mia esperienza, l’ultima delle gloriose edizioni. Andai parecchie volte negli anni seguenti, trovando solo una vaga ombra di quello che era la grande fiera degli anni precedenti, ma di questo vi dirò in un altro articolo.

Si parlava di E-Learning e l’aura di novità che aleggiava attorno all’argomento era forte. All’epoca si stavano diffondendo in modo capillare le connessioni veloci e ad esempio l’ADSL stava diventando una tecnologia diffusa.

Ero molto interessato all’argomento, perché mi sarebbe piaciuto in entrambe le vesti sia di fruitore che di produttore di contenuti, avere delle opportunità in più.

Inoltre mi sembrava una strada ancora poco battuta e mi sentivo uno dei primi curiosi, con lo spirito del pioniere.

L’intervento di uno dei relatori, fu a dir poco STRONCANTE!!!

Si trattava del presidente in carica di Assoform (Associazione dei formatori).

L’e-learning è a tutti gli effetti paragonabile alla classica autoformazione.

Senza dubbio il vantaggio tecnologico di ricevere comodamente i video e i file da studiare nel proprio PC senza dover aspettare è un risparmio di tempo e materiali, ma per quanto riguarda la procedura esso somiglia molto a ciò che accadeva negli anni precedenti.

La situazione è simile all’audio corso di francese in cassettina del secolo scorso.

Cosa accadeva?

  1. Si veniva appioppati da una interessante offerta di un audio corso con dispensa cartacea, magari con il costo di 1000 Lire
  2. Poi, ascoltato il primo nastro, ti risuonavano in testa le parole: an, do, trua, ui…
  3. Preso dall’entusiasmo… siiiii so già quattro parole, mi abbono!
  4. Arrivata la seconda cassettina si apre con gioia e si ascolta anche quella.
  5. Ma poi? Dalla terza cassettina le dispense rimangono perfettamente incellofanate e intonse nello scaffale.

Cosa è successo?

Evidentemente è venuta meno una parte fondamentale per portare avanti la formazione, ovvero la MOTIVAZIONE.

Ma non succede a tutti così, c’è qualcuno che fruisce del prodotto e non si ferma alla seconda cassettina.

E’ in gran parte determinato dalla motivazione.

Ad esempio chi volesse fare un viaggio in Francia, fino all’ottava cassettina ci arriva.

Chi dovesse fare un esame di francese a metà cassettine ci arriva.

Un’altra forte motivazione è data dal fatto che magari con persone che parlano francese ci si lavora, quindi si può anche “fare di necessità virtù” e trarre beneficio dall’autoformazione.

Quelli sopra riportati sono solo degli esempi di massima, sono basati su osservazioni generiche di ciò che è capitato a me personalmente o che vedo applicare dalle presone che conosco.

Ho cercato statistiche su l’autoformazione, ma non ho nulla sotto mano (o meglio su Google, su Wikipedia se ne parla e la definizione è in linea con il contenuto di questo articolo). Clicca su questo link per accedere alla definizione di autoformazione.

Nello scenario che sto esaminando, c’è un tipo di persona che arriva alla fine di tutte le cassettine, fa tutti gli esercizi proposti e tutte le verifiche: chi deve INSEGNARE francese.

L’insegnante è fortemente istigato da motivazioni interne a fare “bella figura”. La motivazione la trova facilmente nel bisogno di autostima e nel desiderio di autorealizzazione. Per tutti gli altri… che non sono insegnanti di francese, quanto non sono motivati si misura in millimetri di polvera che si accumula sul materiale acquistato.

L’autoformazione, per la maggioranza dei soggetti, non funziona perché la RESPONSABILITA’ cade tutta nelle loro spalle.

Perché la formazione classica con la lezione tradizionale resiste? Alcuni seminari, convegni e lezioni frontali fanno il tutto esaurito da quando hanno inventato il concetto di classe.

Perché resiste nel tempo inossidabile il CORSO X (e al posto della X mettete qualsiasi cosa che dia valore)?

Nel corso con un docente avviene una cosa: la responsabilità passa dalle spalle del discente, al docente.

I docenti bravi studiano un percorso secondo il quale, per gradi, gli allievi si avvicinano in maniera corretta alla materia.

Prendono implicitamente la responsabilità che gli allievi imparino.

L’autoformazione è un’alternativa alla formazione tradizionale?

Dipende! L’autoformazione può essere assimilata a un progetto, coi suoi tempi, le sue risorse e gli obiettivi.

I corsi hanno in comune gli obiettivi, ma per quanto riguarda tempi e risorse sono due pianeti diversi!

Io consiglio il mio corso Campione Informatico perché è un sistema per raggiungere in pochi mesi risultati che con l’autoformazione richiederebbero anni.

Trovo giusto che le nuove generazioni partano da dove le vecchie sono arrivate e la trasmissione del sapere sia su cose moderne e migliori.

Non ha senso far ripartire gli studenti da dove noi siamo partiti.

In conclusione, la mia previsione è che esisteranno dei corsi come li abbiamo sempre visti, con classi, docente e allievi.

Esisterà sempre nel pensiero umano una spinta interna che suonerà più o meno così: “ho da fare questa cosa… chi potrebbe insegnarmi/aiutarmi?”.

La parte buona della tecnologia è che rende le spalle dei docenti più grosse! Con le nuove “armi” di comunicazione di massa gli insegnanti possono diventare una sorta di ATLANTE che secondo il mito greco può sopportare nelle sue spalle il peso dell’intera volta celeste.

Personalmente penso che questo Blog mi aiuti a moltiplicare il peso che posso portare e quindi mi permetta di raggiungere più persone ed agevolarmi ad esempio nel verificare se le loro necessità coincidono con elementi in cui posso aiutarli.

Concludo questo articolo con la riflessione che l’autoformazione non è sempre un’alternativa della formazione.

I soggetti che sono coinvolti, sono proprio due target diversi.

Se hai dubbi su quanto sostengo, fai un breve inventario di quanti libr,i che illustrano qualche materia, hai acquistato e sono rimasti sullo scaffale.
Ecco quello è un buon metodo per capire se fai parte di chi si può arrangiare con l’autoformazione.

Alcuni miei amici pensano che io sia un po’ odioso quando gli chiedo di guardare anche quanti manuali d’istruzione hanno lasciato intatti nella scatola, ma questa è un’altra storia!

Se questo articolo sull’autoformazione e l’e-learning ti è piaciuto, vi hai trovato qualche spunto, oppure se anche tu hai studenti indecisi su come procedere, perchè non condividerlo? Clicca mi piace e lasciami un tuo commento, che m’interessa cosa ne pensi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *