Perchè e per chi fare un blog?
Il blog lo faccio per aumentare la mia autorità e raggiungere la celebrità come docente d’informatica.
Lo leggeranno i miei studenti e i miei clienti potenziali. Gente interessata a migliorare l’uso delle nuove tecnologie. Sono benvenuti anche i curiosi e gli studiosi.
Pubblicherò informazioni che aiuteranno ad identificare i problemi e le necessità delle persone e dei percorsi per capire come i più recenti hardware e software possono aiutarli.
Il Blog esiste perché voglio dimostrare inequivocabilmente che sono uno specialista d’informatica applicata.
Scrivo per tutti quelli che stanno soffrendo, come ho sofferto io, davanti a un problema informatico e non sapevano da che parte iniziare. Scrivo per chi ha perso la speranza di uscire dalla “giungla informatica”. Scrivo per chi è stufo di perdere tempo. Scrivo per chi vuole diventare più veloce. Scrivo per chi vuole migliorare.
Per dirvelo in maniera gloriosa scrivo anche per te, perché anche tu ora stai avendo rapporti umani con una macchina disumana per la crescita individuale.
Questa che stai leggendo, non è una pagina in cui ti dò del valore gratuitamente, ma ti voglio raccontare una storia, un pezzetto della mia storia!
Tutto nasce da un paio di legnate che mi sono figurativamente preso nei denti!!!
Perché Campione Informatico?
Sto pensando che questa pagina potrebbe essere la più avvincente del blog. E’ una sorta di descrizione di un elemento che si trova all’interno dell’elemento stesso, in pratica un metatag.
L’idea del nome “Campione informatico” l’ho mutuata da una gara fatta nel 2002 a Milano. Si trattava di un concorso a premi indetto da Microsoft Italia, che si chiamava “sfida l’esperto Microsoft”.
All’epoca avevo 27 anni e avevo già coraggio e autostima da spendere, se si trattava di robe di computer.
Diciamo che non sono partito proprio bene nelle gare, ho preso una umiliazione bruciante nella prima gara di Power Point, che mi ricorderò per tutta la vita.
Ero tutto bello allegro e baldanzoso quando mi sono seduto alla postazione della gara. Ero però ignaro di quali erano esattamente le procedure, ma una volta fatta la prima competizione, ho capito il meccanismo.
In pratica, erano seduti nelle postazioni una trentina di agguerriti partecipanti, tutta gente a metà tra Steeve Jobs e Arnold Swarzenegger (aumentiamo la gloria dei nemici, che così di riflesso aumenta anche la mia 🙂 ).
Il responsabile del concorso faceva vedere delle operazioni, in sequenza, con minime spiegazioni, di una elaborazione complessa sul programma in cui si faceva lo scontro.
Ad esempio nella prima gara si creava un sistema con delle transazioni, si gestivano delle presentazioni multiple con diapositive nascoste e qualche altra diavoleria minore (è interessante il fatto che mi ricorderei i passaggi dopo 12 anni, si vede che stavo attento!!!). Poi si salvava il tutto e chi finiva per primo e aveva eseguito bene i passaggi sarebbe risultato vincitore.
Per farla breve, parto e faccio l’esercizio, puntando il più possibile sulla precisione. Mi pare di aver fatto tutto bene e si passa alle correzioni.
Al momento della classifica sgrano gli occhi che mi si riempiono di sangue perché non credevo a quello che vedevo… ero settimo!
SETTIMO in Power Point per me era come aver preso una legnata nei denti. Il primo classificato, una sorta di cyborg del film Terminator, mi aveva dato 30 secondi di distacco! Rosicavo dentro che mi sarei mangiato il mouse dalla rabbia! Come ha fatto a dare 30 secondi a me??? Trenta secondi sono un’eternità!
Fatto sta che gli correggono l’esercizio, lui vince il premio e io piglio una pedata nelle palle (si, nell’ambito degli informatici si usano queste pittoresche metafore, e anche di peggio!).
Quindi con la coda tra le gambe mi avvicino al banco dell’organizzazione, sconfitto nell’orgoglio e chiedo cosa si può fare.
Non ricordo se fu una signorina dell’organizzazione o un angelo a resuscitarmi dal mondo dei morti con una frase tipo “non ti attapirare, puoi sempre fare la gara di Excel!”.
A quel punto ho pensato “eh si, Power Point magari non è il mio forte, ma in Excel è un’altra partita!”
Dentro di me pensavo che Excel, essendo un programma che usavo da molto più tempo di Power Point, sarebbe stato più facile, ma non ero più così baldanzoso e sbruffone come prima della prima gara.
Una cosa l’avevo capita bene, cioè era perfettamente inutile fare tutto giusto, se non finivi per primo, in quanto c’era un sistema che memorizzava il millisecondo di salvataggio del file per fare la prima classifica.
Passiamo quindi a com’è andata con Excel.
Ebbene lo ammetto, ho voluto fare il “figo” durante la gara. In pratica, invece di farmi aiutare da alcune procedure automatiche del programma, ho preferito fare una parte a mano, (con l’idea di fare più velocemente) ma ho dimenticato una cosa e ho perso tempo. Da quel momento mi ha assalito un filo di panico e la consapevolezza che sarei arrivato tardi.
TERZO, mi sono classificato terzo in Excel, nella gara “sfida l’esperto Microsoft” a Milano nel 2002, e ho lasciato dietro di me una trentina di agguerritissimi e cazzutissimi concorrenti. Peccato che ce ne fossero due, che probabilmente non han voluto fare i fighi con la sintassi delle formule a mano, e sono stati più veloci.
Amen. Legnata nei denti, calcio nelle palle!
Resta l’ultima speranza: Word!
O la va o la spacca! Era l’occasione in cui o nasceva la leggenda del CAMPIONE INFORMATICO o si cambiava mestiere e mi davo all’ippica! (no scherzo, l’ippica non è mai stato il mio forte).
Arrivo prima degli altri concorrenti, mi prendo un computer dove vedo bene sia la demo da replicare che il relatore che propone le sequenze.
Faccio il riscaldamento alla mano, cerco di sgranchire i muscoli della spalla, scuotendo il braccio rilassato lungo il fianco. Prendo la misura del mouse… andava bene, non serviva regolarlo.
Scaldo le dita e faccio fare ginnastica al polso. Cerco di regolare la respirazione e rilassarmi. Nel frattempo entrano gli altri concorrenti, c’era pure gente che aveva i fan con loro e che li incitavano con tremende e spaventose frasi da stadio come “dai papà battili tutti!!!”
Io con me, testimone delle mie imprese a Milano, avevo solo l’amico di mille battaglie Renzo Bettiol, che mi pare poi che non stava molto attento alla gara!
Partiva la demo, con le sequenze da rieseguire. Roba semplice, ovvero tutto si poteva fare velocemente e senza rischiare più di tanto di sbagliare.
Se ricordo bene la parte più onerosa era costituita dalla gestione STILI, TITOLI E SOMMARIO AUTOMATICO. In pratica cose fatte decine di volte per i libri in cui stavo lavorando come caporedattore all’epoca.
Mentre scorreva la demo, e il sistema era accessibile, ricliccavo i comandi che mi sarebbero serviti di lì a poco, solo per prendere esattamente le misure di quanto serviva spostare il mouse e visualizzare esattamente dove si trovavano detti comandi.
La sensazione che provavo era come stare ai blocchi di partenza dei 100 metri piani, con Ben Jonson alla mia destra e Bolt a sinistra.
Ma un Campione Informatico non usa la forza bruta! Ci avevo già provato con Power point, ed era stato un bagno di sangue! Cercando di usare un po’ di intelligenza con Excel era andata meglio, ma senza risultato concreto. Qui era meglio cambiare strategia e in fretta, quindi per spuntarla avrei dovuto usare tutta la saggezza e l’astuzia possibili.
Ricordo che le chiavi di volta che ho utilizzato furono il tasto F4 per ripetere l’ultimo comando eseguito e la scorciatoia da tastiera CTRL+INVIO per inserire le interruzioni di pagina, al posto del lentissimo processo tramite il menù!
Una volta partiti, il mondo mi sembrava rallentato attorno a me! Stavo vivendo come una distorsione del tempo! Solo dopo, facendo la divisione tra quanto mostrava il cronometro e il numero dei comandi stimati, mi sarei reso conto che eseguivo circa due passaggi e mezzo al secondo.
Faccevo tutto alla velocità della luce, e salvavo il file come se mi fossi buttato nella riga del fotofinish dei centometristi. Ero consapevole che c’era una piccolissima e impercettibile imperfezione, ma era troppo tardi per correggere! A quel punto la bolla temporale si espandeva!!! Ero da solo, davanti a quella piccola imperfezione, ma mi rendevo conto che la vedevo solo io e solo io potrevo ritrovarla. Tra l’altro, onestamente, era una cosa che avevo fatto in più, non in meno. C’era da decidere se correggere e risalvare, ma a quel punto sarebbero stati bruciati 30 secondi (stavo praticamente per rifare il madornale errore fatto in Power point) oppure rischiare, confidando che durante la correzione quell’imperfezione sarebbe passata inosservata.
Più il tempo passava e più vedevo altri concorrenti alzare la schiena con una mimica che diceva “ho finito”! Erano decisamente troppi, quindi il mio file sarebbe rimasto così com’era.
SECONDO, ormai non stentavo a crederci, beh mi stavo consolando, almeno qui ho preso una medaglia d’argento.
Magra consolazione, le altre prove sarebbero state su programmi che non conoscevo e quindi la probabilità di spuntarla si sarebbe ridotta al lumicino.
Come abbia fatto il primo a darmi mezzo secondo di distacco, resta tutt’ora un mistero. Ovviamente era mio desiderio rimanere per la correzione e la premiazione, mi sembrava sportivo.
Il relatore procede con la correzione, trova un errore gravissimo, praticamente il primo arrivato non ha fatto un pezzo essenziale dell’esercizio e mancava completamente il sommario.
A quel punto si passa al secondo, e io pensavo: “che culo che ha il secondo, in quanto il primo lo hanno squalificato”.
Poi rimuginavo a denti stretti tra me e me, “eh sicuramente il secondo il sommario lo ha messo, quindi è difficile che poi non vada bene… “
Poi ho riguardato la classifica per vedere chi era il secondo: SONO IO, IO, IO, IO, IOOOOO!!! Mi batteva il cuore a mille che manco al primo appuntamento mi capita! Poi partiva la correzione, appello di tutti i compiti eseguiti e non mancava niente, se c’era roba in più non importava e non si vedeva. Il conduttore convalidava il lavoro eseguito chiudendo il file e decretandomi vincitore.
PRIMO, sono arrivato primo nella gara di Word nel 2002 a Milano intitolata “sfida l’esperto Microsoft” davanti a una trentina di bestioni del pc agguerritissimi e pronti a tutto!!!
Si passava alla foto di rito con Miss Microsoft che mi consegnava il premio, ovvero una XBOX nuova fiammante, che all’epoca costava un milione di lire!
Se mi davano una coppa, la mettevo nella carta intestata.
In ogni caso conservo con cura una copia della bolla con cui mi hanno consegnato il premio e ho fatto saggiamente una copia della pagina web dove c’era la lista dei vincitori, proveniente dal sito Microsoft.
Nei 4 anni seguenti sarebbe stata visitabile nel sito ufficiale, ma poi è stata rimossa.
Nel mio sito www.maurofavret.it inserii una pagina dedicata a questo evento, ma diciamo che la foto che mi fecero allora, non è delle migliori.
Non ricordo se lo chiesi io o se me lo comunicò l’organizzazione il fatto che ero squalificato (nel senso che non ero ammesso a partecipare) ad altre gare, in quanto come vincitore di Word mi sarei dovuto accontentare del premio. Fui ben felice della cosa, in quanto mi ero già giocato le tre carte migliori e su altre materie non mi sentivo così ferrato. Mi sarebbe piaciuto provare altre gare, magari per autovalutazione o per spirito di competizione, ma a pensarci bene, ero anche abbastanza provato.
Da allora faccio vanto personale e vado orgoglioso del titolo di Campione di Word 2002.
Capisco che per qualcuno possa sembrare che è come andare fieri di aver vinto il torneo di scopone scientifico alla sagra della salsiccia… è evidente che l’importanza del premio dipende da quanto sono importanti per te le salsicce!
La versione sintetica che qualcuno può aver sentito dire da me è: “sono stato il campione di MS Word in Italia nel 2002”. La versione estesa suona più o meno così “mi sono classificato primo in Word, terzo in Excel e settimo in Power Point”. Ad alcuni racconto qualcosa di più, ma solo per voi fan del mio blog, mi ha fatto piacere condividere la storia completa.
Se ti è piaciuta la storia, ti ha dato qualche spunto o emozione, fammelo sapere nei commenti, che m’interessa la tua opinione.
Se mi vuoi esprimere gratitudine per quanto letto, condividi l’articolo nel tuo social network preferito e clicca su “mi piace”.
buongiorno. se non ho capito male non si tratta di una scuola professionale di informatica a cui poter iscrivere i ragazzi dopo la scuola dell’obbligo. Io ho un figlio in terza media, e siamo nel periodo di scelta della scuola a cui iscriverlo per il prox anno.
Esatto, si tratta di una scuola privata.
Nel suo caso, se un ragazzo sta finendo la terza media e vuole intraprendere un percorso di studi che abbia tanta informatica a programma, posso consigliare un liceo scientifico. Allo scientifico di Conegliano, ad esempio studiano C++ che è un buon punto di partenza.
In alternativa anche l’ITIS ha un indirizzo di Grafica e Comunicazione che è interessante.
Non escluderei nemmeno ragioneria, per il percorso S.I.A. Sistemi informativi aziendali.
Effettivamente oggi, per un futuro appassionato d’informatica, c’è l’imbarazzo della scelta!